
OCT3 – Stratus OCT
L’OCT (o tomografia a coerenza ottica) rappresenta una delle più significative innovazioni tecnologiche introdotte nella diagnostica oftalmologica negli ultimi anni.
Questo esame, non invasivo e non a contatto, fornisce scansioni ad elevata risoluzione della retina, delle fibre nervose e della testa del nervo ottico. La risoluzione assiale con l’ultima versione (OCT3 – Stratus OCT) raggiunge i 10 micron. L’uso della macchina è rivolto allo studio del glaucoma e delle patologie vitreoretiniche.
Glaucoma
L’OCT facilita l’identificazione di danni a carico del nervo ottico prima della comparsa di alterazioni perimetriche (cioè del campo visivo); consente inoltre il follow up ed il confronto degli esami in tutti i pazienti affetti da glaucoma. Questi risultati sono resi possibili grazie a:
- Analisi dello spessore delle fibre nervose retiniche (RNFL, retinal nerve fiber layer) e confronto con i valori normali nella popolazione della stessa fascia d’età
- Analisi morfometrica del disco ottico con valutazione delle sue dimensioni, misurazione dell’escavazione e del rapporto Cup/Disc verticale ed orizzontale.

Nell’immagine sotto si osserva una papilla ottica glaucomatosa (in alto a sinistra), lo studio dello spessore delle fibre mediante OCT (in alto al centro), il campo visivo (in alto a destra), e lo studio morfometrico della papilla ottica (in basso)
Retina
L’OCT permette uno studio accurato della retina e dell’interfaccia vitreo-retinica grazie all’esecuzione di:
- Sezioni tomografiche della macula o di altre regioni con valutazione di eventuali variazioni morfologiche, di spessore o di reflettività.
- Mappe retiniche (diametro di 6 mm) basate sullo spessore della retina nei singoli punti analizzati.

Sezione tomografica di una retina normale. Si osservi al centro la fisiologica depressione corrispondente alla fovea, la parte centrale della macula. La retina è suddivisa in due strati: neuroretina (comprendente i fotorecettori e le altre cellule deputate alla trasmissione dell’impulso visivo) ed E.P.R. (epitelio pigmentato retinico).
Tali valutazioni sono estremamente utili nella diagnosi e nel follow-up di numerose patologie retiniche, quali:
- Retinopatia diabetica
- Foro maculare
- Degenerazione maculare senile
- Corioretinopatia sierosa centrale
- Miopia patologica
- Edema maculare cistoide
- Lesioni maculari associate a fossetta colobomatosa del nervo ottico
- Patologie dell’interfaccia vitreoretinica (pucker maculare, sindrome da trazione vitreomaculare, ecc.)
Quelli che seguono sono alcuni esempi:

Edema maculare cistoide
si noti l’abnorme aumento di spessore della retina.

Foro maculare
al centro della macula è presente una soluzione di contuinuità a livello retinico; un residuo della retina fluttua nella cavità vitreale (cosiddetto “opercolo”).

Pucker maculare
la presenza di un tessuto fibroso sulla superficie retinica determina la scomparsa della fisiologica depressione foveale.

Corioretinopatia sierosa centrale
a livello dell’E.P.R. si osserva un falda di liquido (distacco sieroso).

Trazione vitreoretinica
Aderenze patologicamente tenaci del vitreo sulla retina possono causare il distacco di quest’ultima.