Cos’è il corpo vitreo?
Il corpo vitreo è una sostanza gelatinosa trasparente presente all’interno dell’occhio, al quale dà forma e volume. E’ costituito prevalentemente da acqua e da sostanze di origine proteica (acido ialuronico, ecc.). Data la sua posizione, è in stretti rapporti con la retina, alla quale aderisce in più punti.
Cos’è la vitrectomia?
La vitrectomia è una procedura microchirurgica nella quale strumenti e tecniche specifici sono utilizzati per il trattamento di patologie vitreoretiniche che fino a pochi anni fa erano considerate incurabili. Essa consiste sostanzialmente nella rimozione del corpo vitreo e può essere necessaria in quelle malattie che sono caratterizzate o da un alterato rapporto tra la retina ed il corpo vitreo o da una perdita di trasparenza di quest’ultimo.
La vitrectomia pertanto è utile per rimuovere, ad esempio, opacità del vitreo derivanti da versamenti emorragici e trazioni che il vitreo stesso può esercitare sulla retina.
Le principali indicazioni sono:
- la presenza di sangue nel vitreo (emovitreo)
- patologie con processi di fibrosi a carico del vitreo, possibile trazione e distacco della retina (per es.: retinopatia diabetica proliferante)
- proliferazione di membrane sulla superficie della retina (per es.: pucker maculare)
- foro maculare
- edema maculare
In questi ed in altri casi ancora il vitreo viene rimosso mediante un manipolo (vitrectomo) e sostituito con soluzione salina; talora si iniettano all’interno dell’occhio o una bolla di gas (che si riassorbe in qualche giorno o settimana) o dell’olio di silicone (che viene rimosso dopo qualche mese).

Il vitrectomo in azione durante una vitrectomia. Il campo operatorio è illuminato da un’endoluce.

In questa immagine si può osservare una rottura retinica.
Durante l’intervento viene utilizzata una fibra ottica per illuminare l’interno dell’occhio. La chirurgia è svolta in sala operatoria con l’ausilio di un microscopio operatorio e di particolari sistemi ottici che consentono la visione della cavità vitreale. L’anestesia può essere locale o, più raramente, generale; nella maggior parte dei casi la procedura è ambulatoriale.
Le incisioni sono eseguite in una sede chiamata pars plana e per questo motivo l’intervento è noto come “vitrectomia via pars plana”. L’ingresso a questo livello evita danni alla retina ed al cristallino.
Durante l’intervento, oltre all’iniezione dell’olio di silicone o della miscela gassosa, possono essere svolte alcune procedure aggiuntive, quali:
- endofotocoagulazione: consiste nel trattamento laser mediante una sonda che viene inserita all’interno dell’occhio;
- cerchiaggio sclerale (vedi distacco di retina)
- lensectomia: consiste nell’asportazione del cristallino; ciò può avvenire in caso di cataratta oppure di cristallino ancora trasparente. Al cristallino asportato viene inserita una lente artificiale (talora a distanza di tempo dalla vitrectomia).
Video dell’intervento