La cornea è una struttura trasparente pluristratificata.

Descrizione della composizione della cornea
Il rivestimento esterno è costituito dall’epitelio, che a sua volta si compone di più strati di cellule. Una volta asportato (come avviene nella PRK), l’epitelio rigenera dalla periferia e ricopre di nuovo la superficie corneale entro 3 o 4 giorni; tuttavia, prima che si ricostituiscano regolarmente tutti gli strati di cui esso è composto, possono trascorrere alcune settimane: durante questo processo, noto come “riepitelizzazione”, la vista può variare in maniera significativa. L’epitelio è separato dalla porzione più interna di tessuto corneale grazie ad una sottile membrana (di Bowmann), che viene asportata con la PRK, ma non con la LASIK. Al di sotto della Bowmann si trova lo stroma, lo strato più spesso di tutta la cornea. Lo stroma rappresenta la parte di tessuto su cui agisce il laser. Al contrario dell’epitelio, esso – una volta asportato – non rigenera; per questo motivo, una sua rimozione parziale modifica permanentemente la forma della cornea Il rivestimento interno della cornea è costituito dall’endotelio e non è interessato dalle procedure chirurgiche che sfruttano il laser ad eccimeri. Il cheratocono è una patologia oculare non infiammatoria caratterizzata da uno sfiancamento progressivo della cornea, che assume una forma conica arrotondata. Gli anomali cambiamenti di curvatura della cornea inducono lo sviluppo di astigmatismo miopico, da cui può derivare un deficit visivo più o meno marcato. Negli stadi precoci, il cheratocono determina un lieve annebbiamento visivo ed un’aumentata sensibilità alla luce. Questi sintomi spesso compaiono intorno ai 20 anni. La progressione non è prevedibile; in alcuni casi è estremamente lenta ed in altri è rapida. La patologia può inoltre arrestarsi ad un qualunque stadio di gravità, anche dopo che è progredita per 20 anni. Spesso entrambi gli occhi sono interessati.
Incidenza del cheratocono
L’incidenza, ovvero il numero di nuovi casi diagnosticati ogni anno, non è nota; stime attendibili riportano un dato di un caso ogni 2000 persone nella popolazione generale. L’età alla quale la diagnosi è posta di norma è intorno ai 20 anni.
Quali sono le cause del cheratocono?
Gli studi finora eseguiti indicano che il cheratocono può derivare da uno dei seguenti fattori:
- Un’anomalia ereditaria della cornea. Circa il 7% dei pazienti affetti da cheratocono ha un’anamnesi familiare positiva per tale condizione.
- Un trauma oculare, soprattutto uno sfregamento eccessivo degli occhi o l’utilizzo prolungato di lenti a contatto rigide.
Vi può essere inoltre un’asociazione con alcune patologie oculari, come la retinite pigmentosa, la retinopatia del pretermine e la cherato congiuntivite primaverile, o sistemiche, come l’amaurosi congenita di Leber, la sindrome di Ehlers-Danlos, la sindrome di Down e l’osteogenesi imperfetta.
Come si fa diagnosi di cheratocono?
Nelle fasi precoci il mezzo più preciso per porre diagnosi di cheratocono è la topografia corneale (vedi figurain basso). Questo esame consente di valutare punto per punto la curvatura della superficie corneale ed è pertanto in grado di individuare con precisione le variazioni indotte dal cheratocono. Lo stesso esame è utile per seguire nel tempo l’evoluzione del quadro clinico. L’assottigliamento della cornea è invece valutato con la pachimetria, esame in grado di stabilire lo spessore della cornea con una precisione di 1 micron. Negli stadi più evoluti la diagnosi di cheratocono è più semplice e può essere fatta con il semplice esame alla lampada a fessura.
Quali sono le possibili terapie?
Negli stadi precoci, gli occhiali o le lenti a contatto morbide rappresentano una valida soluzione per correggere la miopia e l’astigmatismo tipici del cheratocono. Man mano che la patologia progredisce, la cornea si assottiglia e si deforma: in tal caso le lenti a contatto rigide gas permeabili forniscono un aiuto più efficace. Nei casi più severi, i fenomeni cicatriziali che interessano la cornea (vedi foto in alto a destra) o l’estremo astigmatismo possono rendere necessario un trapianto di cornea. Se la cornea ha perso la propria trasparenza, di norma si esegue una cheratoplastica perforante; se la trasparenza è ancora buona si può optare per una cheratoplastica lamellare. Recentemente è stato introdotto un trattamento parachirurgico per rallentare se non proprio fermare la progressione del cheratocono chiamato Crosslinking.
Come agisce il Crosslinking?
Tale tecnica si prefigge l’obiettivo di arrestare la progressione del cheratocono mediante l’applicazione sulla cornea di una sostanza fotosensibilizzante, la Riboflavina, e di raggi UVA. Si ottiene un aumento dei legami tra le lamelle corneali (legami crociati – crosslinking) con un conseguente aumento della stabilità corneale.

Cornea debole pochi agganci (cross linking)

Cornea forte più agganci (cross linking)
Il crosslinking corregge la miopia e l’astigmatismo indotti dal cheratocono?
Il trattamento non ha lo scopo di correggere i difetti refrattivi. Nei primi mesi dopo il trattamento vi sono fluttuazioni della qualità visiva dovute ai processi di stabilizzazione corneale e dopo circa tre mesi si può valutare l’efficacia del trattamento e la variazione dei difetti refrattivi. In alcuni casi vi sono lievi miglioramenti ma molto spesso non vi sono modificazioni del potere degli occhiali o delle lenti a contatto.