La superficie dell’occhio è costantemente lubrificata dalle lacrime, che la rivestono con una sottile pellicola nota come “film lacrimale”. Le lacrime sono secrete dalla ghiandola lacrimale, posta in corrispondenza dell’angolo supero-esterno dell’orbita approssimativamente al di sotto del terzo esterno della palpebra superiore. Il film lacrimale è essenziale non solo per la lubrificazione della superficie oculare, ma anche perché fornisce nutrimento alle sue strutture e la difende dalle aggressioni esterne.
Il termine occhio secco indica una condizione caratterizzata da una diminuita quantità di lacrime sulla superficie oculare. Tale deficit a sua volta può dipendere o da una ridotta secrezione di lacrime o da un aumento della loro evaporazione.
Che tragitto compiono le lacrime?

Il tragitto compiono le lacrime
Le lacrime sono secrete dalla ghiandola lacrimale, localizzata superotemporalmente all’occhio (nella foto in alto a destra). Le lacrime vengono distribuite sulla superficie oculare con gli ammiccamenti ed infine fuoriescono attraverso i puntini lacrimali, posti nella parte mediale della palpebra superiore e di quella inferiore (nella foto in basso a sinistra).
Quali sono i sintomi?
Oltre ad una sensazione di secchezza, che peraltro non sempre è presente, l’occhio secco può indurre una sensazione di corpo estraneo e/o di bruciore. Una cattiva qualità delle lacrime può essere responsabile anche di temporanei annebbiamenti della vista, che migliorano con l’ammiccamento. Quest’ultimo consente infatti una migliore redistribuzione delle lacrime sulla superficie oculare.
I sintomi tendono a peggiorare in condizioni ambientali caratterizzate da scarsa umidità ed in situazioni che tendono a ridurre l’ammiccamento, ovvero la frequenza con cui chiudiamo le palpebre (come, ad esempio, durante la guida oppure davanti alla televisione).
Quali sono le cause?
Nella maggior parte dei casi la produzione di lacrime dipende da fenomeni involutivi che si manifestano più spesso negli anziani. Meno frequentemente il deficit è correlato a malattie autoimmuni, come la sindrome di Sjogren, che colpiscono la ghiandola lacrimale stessa. In tal entrambi i casi la ghiandola lacrimale non secerne una quantità di lacrime adeguata; qualora la secchezza sia secondaria ad una sindrome di Sjogren, viene a mancare anche la cosiddetta lacrimazione riflessa, ovvero la produzione di lacrime in seguito a stimoli dolorosi o emozionali.
Come si fa diagnosi di occhio secco?
La sintomatologia è già in grado di indirizzare il medico verso il sospetto di occhio secco. Una maggiore certezza viene fornita da un’attenta analisi del film lacrimale con test quali:
la clearance lacrimale della fluoresceina (che include un test di Schirmer modificato)
la colorazione della superficie oculare con il rosa bengala e la fluoresceina
la valutazione della stabilità del film lacrimale con il break up time
la valutazione del menisco lacrimale
Come si tratta l’occhio secco?
Il primo passo consiste di norma nell’instillazione di lacrime artificiali, colliri appositamente studiati per migliorare la lubrificazione della superficie oculare. La frequenza dell’instillazione può variare da 3 volte al giorno ad una volta all’ora. Se le lacrime artificiali non sono sufficienti, si chiudono i puntini lacrimali. Ciò può essere ottenuto o con l’inserimento di piccoli “tappi” (come ad esempio gli Smart Plugs nelle immagini sotto) oppure cauterizzando i puntini stessi.

Inserimento dello Smart Plug

Posizionamento dello Smart Plug

Smart Plug posizionato all’interno del canalino
In casi selezionati si utilizza un collirio (“siero autologo”) che viene preparato all’interno del Centro Salus ed ha il vantaggio di contenere sostanze come la vitamina A le quali non sono sono presenti nelle lacrime artificiali, ma fanno parte delle lacrime fisiologicamente prodotte.
Poiché spesso il quadro di secchezza si accompagna ad un’infiammazione della superficie oculare, in casi selezionati può essere utile anche l’instillazione di colliri cortisonici per periodi limitati di tempo. Per lo stesso motivo è stato introdotto sul mercato statunitense anche un collirio a base di ciclosporina, un farmaco immunosoppressore.