Cheratoplastica Perforante
Nella maggior parte dei casi la cheratoplastica perforante si rende necessaria perché la cornea ha perso la sua originale trasparenza (come si verifica in numerose patologie dell’occhio), oppure per il progredire di un cheratocono, che ha determinato l’insorgenza di un astigmatismo non più correggibile con i mezzi tradizionali (occhiali e/o lenti a contatto).
In una ridotta percentuale di casi la necessità di un trapianto nasce dal pericolo di una perforazione corneale; in tale evenienza l’obiettivo primario dell’intervento diventa la salvaguardia dell’integrità anatomica del bulbo oculare, mentre le finalità ottiche passano in secondo piano.
In ordine di frequenza le indicazioni più comuni sono la cheratopatia bollosa (pseudofachica, afachica e conseguente a distrofia endoteliale di Fuchs), il cheratocono, il fallimento di precedenti trapianti di cornea, gli esiti cicatriziali da cheratiti infettive (da virus, batteri, Acanthamoeba, ecc.), da traumi, da ustioni e causticazioni.
Provenienza e selezione delle cornee
Le cornee vengono ordinate alla Banca degli Occhi di Monaco di Baviera, Germania (Hornahautbank Munchen), che provvede al controllo della loro qualità secondo gli standard della EBAA (= Eye Bank Association of America). Questi includono lo studio alla lampada a fessura ed al microscopio endoteliale e, per ogni donatore, una serie di esami tesi ad escludere precedenti infezioni da HIV, virus dell’epatite B e C, sifilide, citomegalovirus, virus di Epstein-Barr e toxoplasmosi.
Come si svolge l’intervento?
L’intervento può essere effettuato in anestesia locale o generale; la scelta viene concordata tra il chirurgo ed il paziente.
L’intervento prevede dapprima l’asportazione a tutto spessore della parte centrale della cornea malata, quindi il posizionamento e la sutura di quella proveniente dal donatore; il diametro dell’incisione sulla cornea ricevente e quello della cornea del dontatore sono preventivamente stabiliti in base alle esigenze del caso.
Il tutto richiede in media 45 minuti. Al termine l’occhio viene bendato.
Nella foto a destra si può osservare la cornea già trapiantata con la sutura “a stella” in sede.
Cheratoplastica Lamellare
La cheratoplastica lamellare consiste in un trapianto “parziale” della cornea, i cui strati superficiali, opachi o comunque patologicamente alterati, vengono asportati e sostituiti con un lenticolo corneale trasparente proveniente da un donatore. Le indicazioni a questo tipo di intervento possono essere di tipo ottico oppure tettonico (vedi tabella sotto). Nel primo caso lo scopo è quello di migliorare la vista, nel secondo l’obiettivo è di ristabilire l’integrità strutturale della cornea.
Finalità ottiche:
- Ricostituzione di un profilo corneale normale: cheratocono, degenerazione pellucida
- Rimozione di opacità stromali anteriori: cicatrici e distrofie cornealli
- Rimozione di irregolarità superficiali: degenerazione di Saltzmann, distrofie epiteliali
Finalità tettoniche:
- Riparazione di perforazioni corneali
- Riparazione di assottigliamenti corneali: descemetocele
- Asportazione di tumori benigni corneali
Rispetto alla cheratoplastica perforante, che prevede il trapianto della cornea a tutto spessore, la cheratoplastica lamellare presenta alcuni vantaggi:
- l’intervento non prevede la penetrazione all’interno dell’occhio e pertanto riduce il rischio di complicanze quali l’endoftalmite (infezione dei tessuti intraoculari conseguente a penetrazione di batteri, funghi o virus);
- non c’è rischio di rigetto dell’endotelio, ovvero dello strato più interno della cornea, il quale non viene trapianto;
- non c’è bisogno di istituire una terapia immunosoppressiva a lungo termine;
- maggiore tenuta della sutura e cicatrizzazione più rapida.